Accademia Italia

Campus Pittura
Il progetto si propone come obiettivo la ridefinizione del laboratorio di Pittura inteso come un piccolo "campus" all'interno del quale tre differenti docenti, accomunati da obiettivi artistici convergenti, pur nella differenza dei singoli percorsi, s'incontrano per riflettere sinergicamente sulle modalità linguistiche della Pittura, oggi, fra specificità e contaminazioni.
Si vuole riflettere e dare delle indicazioni su ciò che dovrebbe essere la nuova idea di "laboratorio", quali sono oggi le contaminazioni e quali le specificità del processo didattico in proiezione alle nuove istanze dei giovani, in sintonia e/o in dissenso rispetto al sistema dell'arte contemporanea.

Modalità

Le lezioni delle tre cattedre si svolgeranno contemporaneamente nel primo semestre con un giorno (mercoledì) in comune, al fine di lavorare insieme sviluppando ogni settimana un confronto collettivo.
Gli studenti del triennio elaboreranno una ricerca individuale, ma in relazione al progetto di base ed in previsione di una mostra finale molto impegnativa che coinvolgerà gli studenti che avranno elaborato i progetti più maturi insieme a progetti espositivi elaborati dagli stessi docenti.

Durante l'anno accademico saranno invitati docenti di altre accademie italiane e due docenti di prestigio internazionale, sia a tenere delle brevi lezioni come "visiting teachers" sia per lavorare a più mani per contribuire in qualche modo alla realizzazione del progetto espositivo finale.

L'idea è quella di progettare la grande esposizione finale in un luogo di grande dimensione che si presti ad essere ridefinito secondo contenuti e modalità artistiche che propongano una nuova dimensione dell'idea di laboratorio, intesa come "campus" ovvero come una sorta di "agorà" all'interno della quale le varie componenti riversano le proprie energie creando rapporti sinergici sia fra i soggetti coinvolti sia con lo spazio fisico e architettonico.

Tutto il lavoro sia teorico, sia di percezione, sia l'esposizione finale, sarà documentato con una pubblicazione stampata che diventi strumento didattico da divulgare fra le accademie di Italia. Sarà studiato anche un piano di comunicazione del progetto che abbia delle caratteristiche strategiche e visive conformi ai presupposti teorici elaborati.


Lesson's diary


Con oggi si apre ufficialmente il progetto Accademia Italia- campus Pittura.
Qui di seguito troverete il video del primo dibattito avvenuto a Brera guidato dai docenti di indirizzo Gaetano Grillo, Nicola Salvatore e Stefano Pizzi.

8 commenti:

  1. Lesson's diary: Primo incontro

    Mercoledì 10 Novembre, Aula 8, Accademia di Brera.
    La “Trattoria da Salvatore” ospita i docenti G. Grillo, S. Pizzi e N. Salvatore e dieci volte il loro numero in studenti, dietro i tavoli, appoggiati alle pareti o seduti a terra.

    Interventi dei docenti

    Il prof. Grillo
    Partendo dall'idea di interrogarsi sul senso del proprio lavoro, sul senso di fare parte di un'accademia di belle arti, pone agli studenti l'idea di Brera come microcosmo da relazionare al panorama accademico nazionale. Le lezioni dei professori delle altre accademie italiane e degli ospiti che interverranno, possono essere un momento utile per capire se il nostro sistema accademico funzioni davvero o se in questo riscontriamo effettivi 'irrigidimenti'?
    È necessario riportare l'attenzione sui valori.
    “la politica condiziona la cultura, ma è la prima ad essere conseguenza della seconda”.
    Invito alla riflessione individuale sulle problematiche che ci circondano.

    Il prof. Pizzi
    Ripercorrendo l'esperienza di un'accademia diversa, vissuta nell'atelier del docente,
    dove l'aula è un luogo di produzione,un autentico momento di discussione, di visione totale,
    pone il laboratorio come concetto da rilanciare.
    Se la nuova formula accademica rischia di non formare più lo studente da questo punto di vista,
    diventa necessario inventare degli spazi nuovi per restituire un ambiente di laboratorio.

    Il prof. Grillo
    Questo progetto parte da uno spazio teorico, ma si deve pensare ad uno spazio fisico, reale, dove poter realizzare i nostri progetti.
    Il primo punto che i docenti stanno risolvendo è proprio l’individuazione di un grande posto dove collocare la mostra, così da poter progettare in modo finalizzato.

    Il prof. Salvatore
    Riflessione sulla necessità del luogo 'accademia di belle arti' in una società orbitante attorno all'uomo che non ama più vivere in mezzo all'arte ed alla cultura”.
    Descrive un momento barbaro, dove la fretta porta a produrre alacremente.
    Lo studente deve interrogarsi su chi è, sulla direzione che vuole seguire e proporre progetti velocemente che “per mancanza di tempo dobbiamo subito partire con i motori accesi”.
    Non mancherà la collaborazione degli insegnanti ai progetti sottoposti.

    Il prof. Grillo
    “Re-introduciamo i valori nella nostra ricerca artistica”.

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  2. Segue il dibattito degli studenti:

    Olga Abramova
    L'esperienza accademica è utile come momento di confronto.
    In questi anni è risultata arricchente sia nel dialogo con chi ha appoggiato la mia ricerca,
    sia con chi l'ha criticata.
    Fondamentale per fare arte è avere una solida formazione classica.

    Giuseppina Oliva
    Il 'fare arte' per me è riflessione sulle problematiche giovanili.
    I valori scomparsi. L'individuo impermeabile alla collettività.
    L'arte deve fare riflettere.
    Ottavio Mangiarini
    L'artista come figura anacronistica:
    nella contemporaneità l'opinione è una merce inflazionata.
    l'informatizzazione della società, ed il diffuso accesso al mezzo di comunicazione rendono inevitabile il rivalutare il ruolo dell'artista in qualità di “portatore del proprio pensiero”.
    *
    Andrea Spoto
    La narrazione di altre culture, ed anche di quella di appartenenza, ad opera dei media porta ad un'integrazione su larga scala, ma crea un mondo di spettatori.
    La globalizzazione ci fa perdere i confini.
    Non siamo più incisivi.
    Siamo partecipi solo di un'idea confusa.

    Fabio Elia
    Sono necessari gli strumenti per poter provocare.
    Non c'è sufficiente tecnica per esprimersi.
    È necessaria una formazione tradizionale.

    Flavia Pansa
    La 'bottega rinascimentale' dà competenza ma porta ad utilizzare gli strumenti in modo prestabilito.
    Lo sprone ad un apprendimento indipendente porta ad una creatività indipendente.

    Francesca
    Senza competenza non c'è consapevolezza.
    Senza consapevolezza non c'è libertà.
    La 'bottega rinascimentale' è necessariamente il punto di partenza.

    Matteo Giagnacovo
    Il laboratorio pratico non è la priorità dell'artista.
    Prima è necessario costituire un ambiente intellettuale, di autentico dibattito collettivo.

    Caterina Bellato
    Una società individualista perde la concezione della collettività.
    Una mentalità inchiodata al presente dimentica il passato e non progetta il futuro.
    L'Italia è in crisi.
    Ma nel caos della perdita di identità eventi culturali forti remano contro corrente.
    Permettiamo a momenti di sconosciuto patriottismo, come quelli che abbiamo avuto la fortuna di vivere in questi giorni grazie a Fabio Fazio e Roberto Saviano, di interrogarci su chi siamo e su di che cos'è che facciamo parte.
    Lavoriamo sul rifiuto di questo paese.
    O sul recupero di un orgoglio che non sappiamo cos'è.



    12:00
    fine della lezione.


    *
    il pensiero di Otto era più complesso e sviluppato di quello riportato.
    n.d.r.

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  3. sono d'accordo con quello che ha detto matteo.
    oggi giorno abbiamo perso l'abitudine di parlare e confrontarci, almeno noi giovani, e questo ci porta di conseguenza a chiuderci e rimuginnare solo sulle nostre cose, sulle nostre tecnice, sui nostri pensieri, in poche parole rimaniamo bloccati nel nostro microcosmo; incapaci di allargarci al macrocosmo che ci circonda.
    Quello che voglio dire è che dobbiamo avere la capacità e la VOLONTà di crearci un foro dove ognuno di noi possa incontrarsi e scambiarsi punti di vista, opinioni, tecniche per poter maturare la nostra arte e allargare il nostro microcosmo e magari chissà recuperare quel patriottismo che abbiamo perso.

    giuseppina oliva

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  4. vorrei in parte coreggere l'affermazione "Il laboratorio pratico non è la priorità dell'artista".

    non intendo affatto che non sia la priorità anzi, il laboratorio pratico è fondamentale e prioritario ma si deve muovere contemporaneamente ad un fermento intellettuale.

    il confronto culturale-artistico fa la differenza tra un luogo d'artigianato e il grande laboratorio pratico!!saremmo tenicamente perfetti ma culturalmente poveri di contenuti altrimenti.

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  5. mi trovi perfettamente d'accordo, anche se bisogna stare attenti quando qualcuno afferma che la tecnica è la cosa più importante del fare arte...ho sentito alcuni paragonare l'arte all'artigianato...e personalmente vorrei produrre qualcosa che non sia un prodotto da vendere...ma al contrario un qualcosa che esprima sentimenti, che faccia riflettere, ma al tempo stesso serve un luogo dove poter dialogare con gli altri e scambiarsi opinioni XD
    giuseppina oliva

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  6. Anche a me ha colpito molto il discorso di Matteo.
    Nelle lezioni del nostro corso c'è poca condivisione del lavoro personale.
    Quelle episodiche eccezioni hanno sempre portato spunti interessanti.
    Credo sia fondamentale lavorare sul discorso del 'sentire comune' e del 'comune intento'.
    Più dialogo e più concreto.
    A questo proposito io rilancio un paio di tematiche che mi stanno affollando la mente ultimamente:
    1) l'etica italiana:
    Valori, ideali, progetti, credibilità.

    2) la realtà virtuale:
    Dal GdR on line a Facebook
    Positiva/negativa,
    necessaria,
    inevitabile.

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  7. "l'artista e lo spettatore non si comprenderanno piu, e il secondo volgerà le spalle al primo, considerandolo un giocolieredi cui c'è da ammirare solo l'abilità e l'estro.
    L'artista deve cercare di modificare la situazione riconoscendo i doveri che ha verso l'arte e verso se stesso considerandosi non il padrone, ma il servitore di ideali precisi, grandi e sacri."


    attuale quanto mai


    lo spirituale nell'arte 1910
    w.kandinsky


    Mi trovo d'accordo con te cate, il primo punto che suggerisci direi che dovrebbe riguardare una buona parte dei nostri pensieri quotidiani.

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  8. Non so se sia precisamente appropriato scrivere l'intervento che ho intenzione di fare sotto questo post, ma non saprei dove inserirmi altrimenti.
    Vorrei mettere per iscritto il mio pensiero circa l'idea di "Accademia che vorremmo", affiorato nel dibattito di mercoledì 17.
    Mi sono trovata d'accordo con molte delle opinioni espresse, che si richiamavano a varie esigenze, soprattutto organizzative. Devo però fare una postilla: per ALCUNE di queste voci, sono convinta che realmente il cambiamento NON dipenda da noi studenti, quanto piuttosto dalla mancanza di budget che l'accademia e le istituzioni universitarie sono costrette ad affrontare. Non so a che ordine di grandezza ammontino le eventuali eccedenze di denaro di anno in anno, ma se dovessero essercene ben poche, ben poco noi altrettanto potremmo farci: su questo non vedo come potremmo influire (almeno, nell'immediato e senza un circolo virtuoso di migliorie).

    Passiamo al fronte propositivo:

    1) mi sento di auspicare prima di tutto un'accademia in cui gli studenti si prendano sul serio: vedo molti di noi che non hanno la minima idea del motivo per cui sono iscritti, e che, cosa a mio dire ancora più grave, neppure se lo chiedono.
    Ho capito sulla mia pelle, e molti altri me lo confermano, che frequentare un'accademia di belle arti è forse più difficile che frequentare una qualsiasi altra università. È un lavoro fortemente introspettivo che richiede molta passione e che al contempo sprona a riflettere in modo COSTANTE sul rapporto fra noi stessi e il mondo che ci circonda, in tutte le sue sfaccettature: l'arte, col suo principale proposito di comunicare, ha bisogno di consapevolezza, prima di tutto, e di confronto, poi e contemporaneamente. Come riuscire ad esprimersi maturamente senza conoscere neppure noi stessi e ciò che ci motiva?

    [mi piacerebbe, parlo senza alcuna crudeltà ma forse con un po' di ingenuità, che ai test d'ammissione un colloquio "attitudinale" fosse reso obbligatorio, al fine di capire se -e non sto affatto escludendo a priori eventuali aspiranti iscritti senza diploma artistico o con poche abilità tecniche- quella motivazione o i germi di essa siano già presenti o meno in coloro che si apprestano ad essere studenti accademici a tutti gli effetti]

    2) soprattutto laddove una scrematura di intenti non fosse efficace, ma non solo, in generale ritengo necessario che i professori agiscano da veri mentori, educando in modo efficace al senso critico nei confronti degli svariatissimi input che ci vengono proposti da ciò che ci circonda e agisce su di noi, e che si impegnino affinchè gli studenti possano acquisire da sé, attraverso un'iniziale guida, una chiave di lettura sia per analizzare e capire la validità di un'opera d'arte nei suoi elementi costitutivi, sia per acquisire una generale autoconsapevolezza.

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